La guida introduttiva eCommerce è uno scorcio nel mondo del business online e di tutto ciò che ne consegue, cercherò di esporre alcuni concetti che ritengo importanti per l’avvio di un eShop.
Affronteremo argomenti che spaziano dalle piattaforme eCommerce, l’attività SEO on page ed off page, l’analisi di mercato, i tools disponibili per un controllo statistico efficace, i marketplace più utilizzati, criticità del business e molto altro.
INDICE DEI CONTEUTI:
1. Visione dell’eCommerce
Ci sono due maniere distinte di affrontare il mondo del business online, un’ideale spartiacque vede da una parte chi affronta l’attività di commercio elettronico come un’estensione della propria realtà aziendale e dall’altra chi invece incentra il proprio business unicamente su web.
Affrontare la vendita online come attività principale o complementare di quella offline?
La prima tipologia non è interessata a guadagnare da subito attraverso il web ma preferisce un approccio passo-passo, riducendo di conseguenza le spese infrastrutturali e tecnologiche, lo zoccolo duro dell’attività risiede nel mercato tradizionale quindi “non vi è urgenza” di essere immediatamente profittevoli online.
La seconda tipologia, incentrando il proprio core business sull’online, necessità di fare dei ragionamenti diversi e “l’urgenza di ricavare profitti in tempi rapidi” richiede studio e pianificazione, i mezzi economici e le risorse (sia in termini di tempo che di infrastruttura) devono essere ben ponderati.
Le dinamiche del web seguono da vicino quelle del mercato tradizionale, la rete si è popolata di negozianti di piccole e grandi dimensioni, alcuni business risultano più profittevoli, taluni sopravvivono ed altri inevitabilmente falliscono.
Non consideriamo i grossi competitor, i giganti del web esulano completamente da queste logiche in quanto dispongono di un brand di forte richiamo e mezzi economici e tecnici completamente differenti.
I risultati possono divergere molto dagli obiettivi iniziali, molte scelte accadono con il divenire dell’attività, rimanendo vigili le persone in gamba con obiettivi realistici potranno avere grandi soddisfazioni.
Definizione di eCommerce
Iniziamo con il rispondere ad una domanda avvalendoci dell’uso di Wikipedia, cosa si intende per eCommerce?
“is a type of industry where the buying and selling of products or services is conducted over electronic systems such as the Internet and other computer networks”.
In altre parole è una tipologia di mercato dove l’acquisto e la vendita di prodotti e servizi e condotta tramite un media elettronico quale internet o altre infrastrutture informatiche.
Per estensione “elecronic system” riguarda anche altri mezzi quali TV, Televideo, Teleselling, etc. noi ci occuperemo prevalentemente dell’eccezione comune che è quella di internet.
Tipologie di eCommerce
- B2C (Business to Consumer): vendita al dettaglio, racchiude tutte quelle attività che si rivolgono direttamente all’utente finale. L’azienda può essere un negoziante locale, un distributore o, come accade per i grossi brand, un produttore;
- B2B (Business to Business): rapporto tra imprese o imprese e professionisti, racchiude tutti i portali tra produttori/distributori e rivenditori con accesso riservato;
- C2C (Consumer to Consumer): transazione tra privati tramite un “intermediario”, quello che comunemente avviene su eBay, Etsy o Subito.it, dove gli utenti vendono e acquistano tra loro;
- C2B (Consumer to Business): acquisto da privato per un’attività professionale o un’azienda.
Tutte queste tipologie di commercio elettronico possono svolgersi in maniera diretta o indiretta
- eCommerce diretto: la vendita si concluda senza la necessità della consegna fisica del bene (ad esempio acquisto di un brano musicale o un eBook);
- eCommerce indiretto: quando è necessaria la spedizione del prodotto e la consegna fisica del bene;
L’ausilio di un ‘infrastruttura esterna come mezzo per la vendita sia diretta che indiretta è una cosa molto comune, basta pensare ad Amazon o eBay, iTunes o le comuni App per iPhone, Android ed altri dispositivi mobili.
eCommerce la Guida Definitiva di Daniele Vietri e Giovanni Cappellotto
Progettare e Realizzare un Negozio online di successo
Web Design eCommerce di Julius Wiedemann
Web design: e-commerce
2. Soppesare l’attività su web
Un concetto dato per scontato è quello medesimo di internet, il web è un mezzo dotato di tutte le proprie regole, pro e contro ma rimane solo un media con cui “fare qualcosa” un qualcosa che deve essere ben pensato e pianificato prima di cominciare ad essere realizzato nella pratica.
Vediamo alcuni punti chiave da soppesare prima di gettarsi nel mare del commercio elettronico!
Tutto parte da un’accorta pianificazione che prevede una corretta progettazione ed un business plan efficace che tenga conto di tutti gli aspetti del business nel loro dettaglio.
A tal fine è indispensabile definire quello che sarà l’obiettivo del progetto a medio termine, non con mille parole ma con una semplice frase che definisca i capisaldi dell’idea, ad esempio:
“Proporre prodotti di calzoleria made in italy su misura a clienti statunitensi di fascia medio-alta”.
Sovente capita di sentire clienti che cercano di spiegare con un’infinita concetti perché il loro business sarà un successo, ci portano prove su prove del perché la loro idea è vincente ma purtroppo l’euforia non basta per vincere sul web quel che occorre è un’autentica business strategy.
Durante la stesura del business plan sarà d’obbligo rispondere a due domande fondamentali: “il Quando” e “il Quanto”.
Tempo e Budget
- TEMPO: che intendete dedicare al progetto in termini di risorse personali e dei vostri collaboratori;
- BUDGET: che intendete stanziare per raggiungere il vostro obiettivo;
Molti vogliono ottenere tutto dedicando “un po’ del proprio tempo” e gratuitamente visto che è pieno di software open source che non costano nulla.
Open Source non vuol dire gratis, vuol dire che il codice sorgente è reso disponibile liberamente dagli sviluppatori alla community per il libero studio, utilizzo o per spontanei contributi per chi desidera apportare migliorie e modifiche.
Lo sviluppo di un’attività, contrariamente a questo superficiale pensiero comune, richiede molto tempo, dedizione e risorse economiche che possono anche essere limitate se non si ha fretta ma ricordate: quello che non fate fare ad altri dovete farlo voi.
Il famoso grafico di Colin Harman rappresenta, attraverso un diagramma, l’idea tempo / budget.
Questo non toglie che serve entusiasmo e che la chiave del successo è nel divertirsi in ciò che si fa ma, prima di partire in quarta, bisogna avere cognizione di causa e cautela a prescindere dell’attività che si intende svolgere.
Mercato di riferimento
Nell’affrontare la vendita online siamo abbastanza fortunati in quanto ci vengono messi a disposizione strumenti di analisi e risorse utili per capire meglio le potenzialità del mercato di riferimento e i nostri competitor.
Keyword Planner di Google, Uber Suggest Nei Patel o il Keyword Magit Tool di Semrush sono tools che ci permettono di capire quanto una determinata keyword short o long tail (parola o insieme di parole) viene cercata su web, il trend lungo un certo periodo di tempo e la suddivisione per utenti ed aree geografiche.
Potrebbe non bastare, potrebbero essere necessarie altre ricerche o rivolgersi ad esperti di settore ma questi strumenti ci permetteranno di capire fin da subito qualcosa di molto importante: se quel che desideriamo vendere e ricercato su web e in che misura.
Un concetto importante è quello dell’info Marketing che sta ad intendere tutte quelle informazioni ottenute attraverso un’attenta ricerca incrociata sia su web che attraverso altre forme (baratto-conoscitivo) volte ad avere quante più informazioni possibili su mercato, competitor e tendenze emergenti.
Analisi preliminare dei competitor
A prescindere dalla dimensione del mercato di riferimento bisogna capire da subito quali sono i competitor, se ad esempio desideraste implementare un’agenzia di brokeraggio assicurativo su web potreste trovare che gli attuali protagonisti online dispongano di spalle molto grosse e fargli concorrenza implicherebbe un investimento economico troppo elevato.
Questo vi impedirà di proseguire con la vostra idea? NO, se i costi sono eccessivi possiamo rivolgerci ad un segmento del settore, magari solo al brokeraggio di assicurazioni specifiche che richiedono competenze trasversali, a quel punto procediamo ad una nuova analisi relativa alla concorrenza nella nicchia di mercato.
Le analisi possono proseguire un periodo più o meno lungo finché non definiamo nel dettaglio i nostri punti di forza e i punti deboli della concorrenza.
Potremmo trovarci di fronte ad un mercato troppo difficile, troppo oneroso o la cui potenziale clientela di riferimento sia troppo scarsa? SI può succedere ma anche in caso avremmo vinto perché con un’analisi preliminare capiremmo fin da subito se investire tempo e denaro.
Potete far concorrenza ad eBay? la risposta è NO (a meno che il vostro budget non disponga di sette zeri).
Gap Conoscitivo
La dimensione dell’azienda concorrente non è l’unico scoglio, la difficoltà è anche colmare tutte quelle conoscenze maturate in anni di studio del settore di riferimento grazie a pratica ed esperienza, affrontando e risolvendo nel tempo le criticità.
Per rifarmi ad un esempio precedente: se la vostra realtà si occupa da oltre 50 anni di calzature fatte su misura e desiderate implementare il vostro business online, tutti gli aspetti tecnicisti del settore sarebbero già coperti dalla vostra pluriennale esperienza.
Dopo qualche anno su web con molta probabilità avreste affrontato e risolto gran parte delle problematiche online più o meno evidenti fin da subito (ad esempio impostare un corretto form per gli ordini su misura, creato un’appropriata immagine coordinata che esalti la natura made in Italy dei vostri prodotti e molto molto altro).
A questo punto avreste una padronanza del settore molto forte, se desiderassi farvi concorrenza mi troverei un muro davanti definito gap conoscitivo dato da tutte le specifiche competenze ed esperienze maturate, vi assicuro che affrontarvi non sarebbe affatto facile.
Criticità del business
E arrivato il momento di sintetizzare alcuni aspetti critici della nostra idea a cui dare fin da subito una risposta, vediamo uno specchietto generico che va rivisto in base al vostro business model:
- Spedizioni
I costi per l’imballo e la spedizione giustificano il prezzo del prodotto?
Spedisco nel mio paese o in tutto il mondo, che burocrazia occorre per l’estero?
E’ consentita la spedizione del mio prodotto con semplicità in tutto il mondo? (ad esempio per i generi alimentari o prodotti esotici possono esserci limitazioni o autorizzazioni particolari). - Legislazione
A quali normative devo sottostare nel mio paese? e all’estero?
Come devo strutturare i “Termini e Condizioni” (equiparabile ad un contratto di vendita) e la mia “Privacy Policy” per evitare problemi con i clienti post-vendita e in conformità alla normativa? - Gestione dei Resi
Come e se verranno gestiti?
i costi di spedizione da e per il cliente chi li paga? se li paga il cliente come lo percepisce?
Che probabilità ha la merce di rovinarsi durante il trasporto?
Analisi dei costi
Per questo documento ci viene utile l’utilizzo di un foglio di calcolo che, credetemi, andrà rivisto più e più volte (non si può prevedere tutto ma è bene essere dettagliati) e dovremo tenere conto dell’infrastruttura fisica oltre che della parte IT.
In altre parole, ad esempio, le spese per l’affitto di un ufficio, personale, computer e periferiche (stampanti o scanner), materiale di consumo, strumenti tecnici, commercialista, banca, camera di commercio, spese generiche ed imprevisti.
Se la nostra attività è di complemento ad un’attività già esistente questi costi saranno limitati in quanto probabilmente basterà adeguare l’infrastruttura esistente.
Nel calcolo dell’infrastruttura tecnica, oggetto più pertinente e che andremo ad analizzare, bisognerà considerare:
- Costi di hosting;
- L’implementazione della piattaforma;
- L’utilizzo di uno o più marketplace;
- L’attività di copywriting;
- Eventuali traduzioni;
- La grafica per l’immagine aziendale;
- La gestione SEO;
- Le attività di Marketing
- La gestione dei Social Media
- Canoni di licenze;
Risorse umane
Siamo in grado di arrangiarci da soli per l’intero nostro progetto? è importante considerare se bastiamo a noi stessi, come può avvenire per un’attività di consulenza o di vendita limitata, altrimenti sarà importante considerare le persone su cui possiamo contare, ad esempio i nostri famigliari, e/o se dobbiamo assumere o avvalerci di personale esterno.
Torniamo per un attimo all’esempio della vendita di calzature made in Italy negli stati uniti, supponiamo conosciate l’inglese a menadito, a questo punto, con la vostra esperienza, sareste in grado di produrre i testi autonomamente così come di inserire i prodotti nel vostro eShop ma avete anche il tempo per la l’amministrazione dell’attività e la produzione? la gestione degli ordini, il rapporto con i fornitori, la produzione degli articoli, la gestione contabile e amministrativa, la spedizione dei pacchi, etc.
Certo se avete pochi modelli con poche varianti potreste anche farcela ma se avete decine di modelli con molte varianti o gli ordini dovessero aumentare anche di poco ben presto potreste trovarvi nella condizione di trovare qualcuno che vi aiuti e la persona dovrà essere adeguatamente formata, il che richiede tempo, vostro tempo che viene sottratto all’attività.
Se arrivano gli ordini, così come si spera, è bene essere pronti fin da subito perché farsi un buon nome su web richiede molto tempo, rovinarlo con clienti insoddisfatti molto poco (esattamente come accade quando vedete feedback negativi su un commerciante Amazon o eBay, vi fidate?).
Consulenze esterne
Se non disponiamo di tutto il know-how internamente bisognerà rivolgersi a di consulenti esterni che potranno aiutarci in differenti aspetti della nostra attività, ad esempio nella stesura del piano di web marketing, alla grafica del sito basata sulla UX (User Experience) fino alla gestione della SEO (Search Engine Optimization).
Sono costi da considerare nel nostro foglio di calcolo ma anche di risorse da tenere presenti e da avere a disposizione prima e durante l’avvio dell’attività.
3. La Nicchia di Mercato
Può capitare che dalle analisi svolte sul mercato di riferimento, per costi, risorse umane o difficoltà tecniche, il business che avete scelto vi scoraggi: alcuni scogli potranno sembrare insormontabili.
Se avete esagerato potrebbe essere così ma in molti casi non lo è richiede un ridimensionamento della vostra Vision e un procedere per piccoli passi.
Bisogna analizzare il business ed identificare un insieme di clienti che, con la nostre specifiche competenze, possiamo soddisfare con successo!
Nell’esempio delle calzature made in Italy per il mercato USA: avete studiato tutto, conoscete l’inglese, avete il vostro negozio su strada, € 50.000 da investire ma siete soli e dalle analisi fatte sembra impossibile riuscirci.
Bene rivediamo la cosa, manteniamo l’obiettivo iniziale “Proporre prodotti di calzoleria made in italy su misura a clienti statunitensi di fascia medio-alta” ma invece di affrontare il tutto nella sua interezza adottiamo la strategia “Oceano Blu” secondo la quale, parafrasando la fonte: “il successo non dipende dalla concorrenza spietata né da costosi budget di marketing e R&S, ma da mosse strategiche brillanti, dalla qualità, originalità e dall’efficacia delle scelte adottate dall’impresa.”
Vediamo di analizzare meglio il mercato magari utilizzando nuovamente gli strumenti per la ricerca delle parole chiave e anche l’offerta attualmente presente su alcuni dei portali principali statunitensi.
Ma invece di soffermarci sulle scarpe fatte a mano andiamo più nel dettaglio e vediamo cosa c’è o si può proporre riguardo a scarpe fatte a mano ma solo classiche e di pelle di Coccodrillo.
Non mi soffermerò su tutti i passi svolti nell’analisi, oggetto di un post dedicato, ma quel che si evidenzia è che keyword come “alligator shoes”, “alligator shoes for man” o “alligator dress shoes”, su google.com (Stati Uniti/Inglese) presentano un volume tre le 1.600 e le 2.900 ricerche mensili.
Gli strumenti utilizzati indicano anche un costo medio per click tra i 0.98 USD ed 1.34 USD per eventuali campagne di advertising su Google, un analoga analisi e stato svolta per il segmento social con risultati ancor più promettenti.
Cercando sui marketplace troviamo qualche prodotto lontanamente simile, la scelta è limitata e per noi la concorrenza su queste piattaforme è quasi nulla.
Un altro dato molto indicativo è la SEO Difficulty (SD) che va da 38 a 46, un valore che ci indica che il posizionamento sulla SERP di Google è particolarmente conveniente.
Possiamo dedurre quindi che si tratta di una buona nicchia di mercato, non troppo ristretta (perché in quel caso mancheremo di una clientela minima per il nostro business) e con un ottimo potenziale.
Un ulteriori analisi basata sull’esperienza, ci indica che questo tipo di clienti si aspettano un servizio di alta qualità che solo piccoli artigiani del lusso possono garantire e che il cliente tipo è parte di un gruppo sociale ben distinto con abitudini simili.
Questo ci fa dedurre che funzionerà molto bene il passaparola!
Se il cliente è soddisfatto lo comunicherà ad amici e parenti ed avremo un ridotto costo acquisizione per i futuri clienti.
Il nostro target si può riassumere così:
- Clientela disposta a spendere somme interessanti ma esigente;
- Con tutta probabilità chi effettua la ricerca con queste keyword in buona parte è un potenziale cliente e non sta solo perdendo tempo surfando su web;
- Ci sono dei competitor (analisi svolta con SemRush e SeoZoom) ma non sono troppo aggressivi;
- L’analisi svolta solo sul mercato USA il che ci induce a pensare che c’è possibilità di crescita anche in altri paesi;
La conclusione è che si tratta di un settore promettente, una nicchia di ottimo livello, che presenta ancora opportunità di business e che merita un approfondimento e degli investimenti.
4. Online vs Negozio Tradizionale
Cosa succede quando entriamo in un negozio? La prima cosa che ci accoglie e la sensazione generale che ci trasmette: la disposizione dei prodotti, il gusto estetico, l’aspetto delle corsie, i colori scelti come marchio distintivo e molti altri particolari ci forniscono il quadro sensoriale della situazione.
Questo accade anche quando vediamo una vetrina e decidiamo in base alla sensazione trasmessa se entrare o meno nel negozio, anche se il costo dei prodotti è elevato un aspetto bello e positivo ci spinge a “dare un’occhiata”.
Un negozio online ha le stesse criticità di un negozio tradizionale: vetrina, categorie, cassa, tutte sezioni da gestire con efficacia e funzionalità.
Nel nostro eShop subentrano fattori simili:
- La vetrina del sito: la nostra home page;
- La disposizione degli articoli per una ricerca facile ed intuitiva: come avviene per le corsie dei supermercati;
- La scelta prodotti, più o meno ampia: per soddisfare più esigenze (come colori e taglie per l’abbigliamento);
- Disponibilità e cortesia del personale: aiuto durante il processo informativo;
- La procedure di checkout: intuitiva e con molteplici possibilità di pagamento;
- Copy dei testi: che devono trasmettere professionalità, chiarezza e rassicurazione;
Se si tratta di acquisti complessi consideriamo anche costi extra, metodologia di consegna e assistenza tecnica:
- per un mobile desideriamo trasporto e montaggio professionale ad un prezzo accettabile;
- nel caso di un gestionale per l’attività ci interessano: funzionalità – tempi, modalità e costi dell’assistenza;
In pratica dobbiamo riprodurre sul nostro eShop il rapporto sensoriale vissuto nell’off-line ricreando quelle sensazioni che come clienti viviamo quotidianamente.
La vetrina del nostro eCommerce sarà la home che dovrà incuriosire l’utente e le ricerche che lo hanno portato a trovarci dovranno trovare soddisfazione con i prodotti proposti.
Le parole chiave utilizzate nelle campagne di marketing, ad esempio AdWords, e nella SEO dovranno essere corrette, altrimenti ci troveremo con tempi bassi di permanenza sulle pagine: gli utenti interessati ad un prodotto sono stati indirizzati su un sito che propone qualcosa di differente da quanto cercato.
Se i prodotti proposti sono descritti correttamente utilizzando keyword pertinenti i visitatori potranno diventare clienti altrimenti ci troveremo con un alto Bounce Rate, cioè un alto tasso di abbandono delle pagine del sito.
I clienti che trovano il sito interessante, anche grazie ad un aspetto grafico gradevole e ad una buona User Experience, navigheranno tra le categorie, sfoglieranno il catalogo prodotti e leggeranno le nostre pagine.
Per facilitare la navigazione nel catalogo gli articoli dovranno essere suddivisi secondo una logica semplice e di alta fruibilità che sarà tanto più tecnica quanto più il sito si avvicina ad un eCommerce B2B.
Un cliente “esperto” che visita un sito molto tecnico o specialistico per la sua professione, si aspetterà una suddivisione complessa cercando dettagli che a un “non esperto” possono risultare fastidiosi o superflui.
La soluzione ottimale, quando adottabile, è il compromesso, la facilità di navigazione con la possibilità di ricerche approfondite per utenti evoluti o tecnici.
Ad esempio nel mondo IT i laptop non sono solo suddivisi per marca, processore e display ma, per chi vuole fare ricerche sofisticate, si possono filtrare dati quali: memoria RAM, tipo di disco rigido, sistema operativo, scheda grafica, etc.
I Prodotti
I nostri articoli devono ricreare la sensazione che si percepisce dal vivo, dovranno quindi essere dotati di moltpelici fotografie in alta qualità con la possibilità di viste dettagliate e da varie prospettive, magari tramite zoom sull’area in cui è posizionato il puntatore (MagicZoom).
Considerate che il visitatore di oggi, subissato da social media e continui input multimediali, tende a soffermarsi prevalentemente sull’immagine e non è attento alla descrizione come dovrebbe, in maniera impropria potremo affermare che il consumatore moderno “acquista immagini piuttosto che prodotti”.
Oltre la fotografia sarà necessario dotare il prodotto di titolo e spiegazione efficace ed esaustiva.
In molti casi i siti prediligono una short description o descrizione breve ed una long description o descrizione estesa/approfondita.
- Descrizione breve: introduce l’oggetto in vendita con poche righe o per punti, senza appesantire il cliente che potrà approfondire le informazioni consultando la descriton.
Amazon, ad esempio, utilizza nella descrizione breve una lista con 5 punti chiave, mentre lascia libero sfogo sui contenuti nella descrizione estesa; - Descrizione estesa: è una descrizione esaustiva sull’articolo, non sempre presente, che può comprendere contenuti supplementari, datasheet, link interni ed esterni. Oltre a fornire dettagli è molto utile anche alla SEO perché permette al motore di ricerca un’analisi approfondita della pagina;
E’ importante tenere presente che l’esperienza del consumatore online è ricca di stress, più fattori limitativi vengono dati alla persona o percorsi obbligati, quali ad esempio il sorbirsi una descrizione infinita non richiesta o un catalogo prodotti con sottocategorie di sottocategorie o ancora un processo di acquisto complesso che richiede una procedura di registrazione difficile, più il tasso di abbandono risulterà elevato.
Google Analytics e Matomo Analytics sono strumenti utilizzati, oltre che per monitorare il traffico web, anche per capire in quale punti del proprio eShop il cliente abbandona il sito o su quali concentra maggiormente l’attenzione.
Visionato sito e catalogo, il potenziale cliente potrebbe desiderare qualche informazione in più: su prodotti, condizioni di vendita, procedure specifiche come il checkout e dettagli di cui non avete tenuto conto. Una cosa che ci viene in auto è l’implementazione di una sezione FAQ (domande e risposte) e un facilmente raggiungibile form di contatto attraverso il quale le persone possano chiarire i propri dubbi..
Gli store più evoluti dispongono anche di una chat line tradizionale o whatsapp business che svolge una duplice funzionalità: quella di soddisfare il cliente rispondendo alle domande ma anche di concludere la vendita magari aggiungendo qualche complemento (upsell).
Personalmente mi è capitato di chattare con il provider di hosting statunitense fatcow.com e, con l’occasione, ho perfezionato l’acquisto on line aggiungendo il certificato Comodo SSL (upsell) che mi è stato suggerito dal commesso nonché venditore che si è guadagnato una provvigione extra per il servizio venduto.
IMPORTANTE! prodotti e categorie del nostro store, così come la home ed eventuali altre pagine importanti, dovranno sempre essere scritte seguendo le regole SEO, quindi includendo le corrette keyword, i giusti tag html per testo e immagini, meta title e meta description, evitando contenuti duplicati e mantenendo descrizioni nel complesso sempre esaustive e profonde degli articoli in vendita.
Il Checkout
Dopo aver girato tre le corsie del nostro store, vista e selezionata la merce di interesse, il potenziale cliente decide di proseguire con l’acquisto aggiungendo gli articoli al carrello.
A questo punto gran parte del lavoro è fatto bisogna però “essere delicati nella fase di checkout” evitando:
- Procedure di acquisto complesse;
- La richiesta di troppe informazioni;
- Utilizzo di campi non necessari;
- Compilazione di campi ridondanti;
Il tasso di abbandono del carrello è un problema particolarmente percepito dai possessori di negozi su web, spesso il cliente riempie la cesta ma poi, stressato da una procedura troppo complessa, decide di andarsene.
Una tecnica molto usata è la registrazione silente e lo 1-Step Checkout o 1 Page Checkout.
Con la registrazione silente, chiamata anche guest checkout, il cliente non è obbligato a registrarsi sul nostro sito ma solo a fornirci i dati utili ad espletare le normali procedure amministrative (emissione di documentazione e consegna) e di pagamento compilando il minor numero di campi possibili.
Successivamente potremmo inviare una mail al cliente indicandogli che è stato convertito in customer con una password auto-generata che potrà modificare in qualsiasi momento. In questo modo il cliente, non più solo ospite, potrà seguire la tracciatura della sua spedizione online e potremmo fornirgli un buono sconto di benvenuto sul prossimo acquisto.
Le procedure d’ordine che si trovano più comunemente sono quelle a più fasi Multi-Steps Checkout da 3, 4 o 5 step.
Nella registrazione a step si procede per 1. accesso ( in caso non sia previsto il guest checkout ), 2. fatturazione, 3. spedizione e 4. pagamento (qualora sia in 5 step, prima o dopo l’accesso è previsto il riepilogo dell’ordine).
Il one-page checkout prevede invece conferma dell’ordine, scelta della spedizione e della procedura di pagamento in un’unica pagina che può agevolare la procedura di vendita.
5. Ulteriori considerazioni sull’acquisto online
I ragionamenti e i dettagli da tenere presenti nella realizzazione e gestione di un eShop sono molti.
Per avere successo certo è indispensabile avere un’efficace e viva homepage, dei prodotti con foto 2D o 3D di alta qualità o magari rendering di forte impatto nonché un’organizzazione gerarchica per categorie efficace.
Ricordate che il mercato con il tempo evolve, cambiano abitudini e tecnologie, dobbiamo rimanere al passo con i tempi.
Programma di fidelizzazione
Supermercati, grandi magazzini e distributori di carburante insegnano che una tessera a punti spinge il cliente a tornare, per il medesimo motivo può essere utile per alcune tipologie di eCommerce l’utilizzo di una tessera virtuale che al conseguimento di un certo punteggio proponga sconti od omaggi.
Feedback e Recensioni
I clienti sono stati abituati a vedere quante stelline ha ottenuto un prodotto e di quante e quali recensioni dispone, insomma vogliono sapere cosa ne pensano gli altri.
Succede per gli alberghi, i ristoranti, film ma anche per innumerevoli altri prodotti proposti su negozi privati e marketplace.
Spingere un cliente a lasciare una recensione ed una valutazione sul prodotto acquistato aiuta a vendere di più in quando trasmette fiducia ad altri visitatori che, prima di acquistare, desiderano informarsi.
Se le recensioni sono poi supportate da articoli su Blog e Forum che parlano bene del vostro prodotto allora il gioco è fatto (qui entriamo nel campo del Marketing online vero e proprio).
Ma come spingere un cliente a lasciare una recensione? Un metodo utile è la promessa di un Buono Sconto o Voucher: “se mi lasci il feedback o, perché no, un commento positivo sul social al prossimo acquisto riceverai un buono sconto del 10% oppure la spedizione sarà gratuita.”
Un risvolto della medaglia di questa politica sono le recensioni negative, una infatti potrebbe inficiare il lavoro di giorni o settimane in quanto le informazioni negative viaggiano più velocemente di quelle positive e sono più facilmente recepite.
Questo spinge il negoziante online ad essere efficiente non solo nella vendita dei prodotti ma anche nella consegna, comunicazione e nelle politiche di customer care.
Esistono sistemi di recensione on-site, cioè gestiti attraverso il sito stesso, e sistemi di recensioni che invece prevedono un ente verificatore esterno, come ad esempio Yotpo o Trust Pilot.
Le recensioni verificate realmente, quindi con la certificazione che un reale acquisto è stato fatto presso lo store, corredate dell’autorità del brand che le sottoscrive, hanno un impatto maggiore sul visitatore.
Social Social Social
Chiaramente sono entrati a far parte della vita di tutti i giorni di molte persone e quindi non possono essere ignorati soprattutto di chi dell’online fa il proprio core business.
Il proprio eShop dovrà può linkato con i maggiori social come facebook, twitter, instagram, tiktok ed eventualmente con social specifici del vostro settore, se vendete servizi ad esempio potrebbe essere utile avere anche un profilo linkedin che fornisce maggiore autorevolezza e una pagina Google MyBusiness.
La parte social, per essere profittevole, deve essere viva e dinamica: quando un nuovo prodotto viene proposto, o ci sono delle novità, l’esercente dovrebbe preparare un post per i propri followers.
Se non avete una struttura che dispone di personale dedicato alla gestione social, dovete occuparvi personalmente di farvi sentire periodicamente con qualcosa di interessante per mantenere vivo l’interesse dei follower.
Esistono strumenti, come buffer.com, in grado di replicare un post in vari social o che prendono un articolo pubblicato sul blog aziendale interno e inviano un breve estratto alle varie piattaforme.
Il risvolto della medaglia e che bisogna essere presenti, collegarsi a 3 o 4 social e poi non aggiornare contenuti, rispondere alle domande o non farsi sentire, trasmette una sensazione di abbandono, come se un negozio avesse una bella vetrina ma fosse chiuso, quindi se si abbraccia questa strada una presenza saltuaria ma costante è indispensabile.
Non solo eCommerce
Viviamo nell’epoca del Social, dei Blog, Forum e Video, sono questi i canali che generano la maggior viralità online.
Il Marketing virale, attraverso il passa parola, è diventato uno dei punti chiave per il successo di alcune imprese e può essere preso in considerazione in un’attività SEO seria.
L’integrazione eCommerce-Blog e molto sentita in questi tempi e consente, seppur con un lavoro aggiuntivo attento e scrupoloso, di mantenere il sito sempre vivo, dinamico e con un alto livello di posizionamento a medio-lungo termine.
La “natura umanistica” di Google predilige contenuti aggiornati o nuovi ed originali che soddisfano curiosità o trovano soluzioni a problemi dei visitatori, testi opportunamente scritti da competenti copywriter e pertinenti con il contenuto del vostro store potranno ottenere ottimi risultati di posizionamento.
Se ad esempio il mio negozio tratta occhiali e volete spingere un prodotto nuovo fatto in corno e legno potreste scrivere un articolo, coadiuvato da foto e video, che parli di come venga lavorato il corno e “come questo materiale si combini in maniera incredibile con il legno” per poi alla fine fare alcuni esempi di prodotti realizzati con queste tecniche e materiali, tra cui il vostro.
Free Shipping
Una cosa che infastidisce i clienti è l’incertezza sul prezzo finale che si verifica quando si deve considerare, oltre al prezzo del prodotto, il costo del trasporto che viene percepito in maniera poco gradevole.
Certo tutti sanno che la spedizione ha un costo ma se la paga l’esercente siamo più contenti e, in taluni eStore, potrebbe essere maggiormente conveniente applicare una politica di pricing che consideri il costo del trasporto incluso nel prezzo finale del prodotto.
In questa maniera il cliente sa che il prezzo che vede è effettivamente quello che pagherà senza dover fare ulteriori considerazioni e saranno più propensi ad inserire il prodotto nel carrello.
Se ciò non fosse possibile, perché ad esempio vendete in tutto il mondo quindi con tariffe e costi molto differenti tra loro, ancora una volta bisogna fare una valutazione sui prezzi dei prodotti e considerare la possibilità di una spesa a forfait indipendente dalla destinazione che in alcuni casi sarà per l’esercente vantaggiosa in altri meno ma evita incertezza sul prezzo finale.
IMPORTANTE! Le considerazioni sono rivolte al B2C non al B2B dove iva e trasporto sono percepiti senza difficoltà dai professionisti (perché sono promlematiche che vivono anche loro in prima persona).
Favorire la Circolarità
Vuol dire lavorare sulla correlazione di prodotti e categorie così da offrire all’utente la possibilità di scegliere prodotti complementari o alternativi.
L’up-sell ed il cross-sell, una tematica affrontata in maniera ottimale ad esempio nelle schede prodotto di Amazon, permettono che il cliente rimanga sempre all’interno delle nostre corsie piuttosto che andare a cercare altrove gli articoli.
Potete trovare queste tecniche applicate spesso in fase di checkout dove vengono proposti complementi in up-sell agli articoli sul carrello.
Usabilità e Affordance
Con il termine usabilità, nel mondo dell’eCommerce, si intende “favorire la via”, utilizzando una serie di strategie di navigazione e contenuti che permettono all’utente di trovare, attraverso differenti modalità, i punti di interesse.
Con il concetto di affordance si intende “invito all’uso”. Quando l’affordance corrisponde alla funzione per la quale un ambiente e stato progettato l’utente sarà più facilitato a seguire percorsi che trova istintivamente più coerenti.
La popolare metafora della “scrivania” o “desktop” utilizzata dai comuni sistemi operativi si basa su questo concetto: immagini quali cestino e cartelle, sfruttando la nostra conoscenza del loro funzionamento nel mondo reale, ci indicano per assonanza la funzione nell’ambiente applicativo.
Consiglio a tal proposito un libro molto interessante con concetti applicabili in qualsiasi settore: Principi universali del design di William Lidwell, Kritina Holden e Jill Butler.
Confronto Prodotti
l “comparatore prodotti” permette al cliente di valutare la differenza tra due o più articoli simili tra loro.
E’ uno strumento che viene utilizzato anche nelle politiche di marketing dove il confronto tra gli articoli viene fatto esaltando l’articolo che desideriamo promozionare maggiormente, solitamente quello centrale.
Rapporto Personale
Molti siti utilizzano un rapporto one-to-one con il cliente creando un ambiente “fatto per lui” dove cercano di far sentire l’utente a proprio agio.
A questo scopo, oltre ad utilizzare mail personalizzate, promozioni ad-hoc e newsletter mirate, viene utilizzata una comunicazione personale, ad esempio, una volta loggati, troveremo espressioni come “ciao” o “bentornato”.
Anche in questo caso ci viene utile una buona politica di copy con testi mirati all’interno di tutta la parte di gestione dell’account cliente, dove potrà trovare i propri ordini, le proprie promozioni, etc. con terminologie che saranno in sintonia con il concetto di one-to-one.
IMPORTANTE! Il rapporto personale è inteso sia in termini di prodotto che di servizio: un attività che vuole dare un servizio personalizzato non deve “mancare di rispetto alla persona” trattandola da amica di vecchia data ma piuttosto farla sentire coccolata come in un atelier.
Watermark
Si tratta di un sigillo posto sopra le vostre foto, senza infastidire l’utente, ma per evitare la copia non autorizzata di immagini dei prodotti proposti nel vostro sito (come avviene su Shutterstock).
In molte piattaforme ci vengono in aiuto componenti che in automatico, una volta fornita un’immagine campione, creano il nostro watermark replicando l’immagine ed applicando un determinato livello di trasparenza.
Pensate a quanto sforzo ci vuole per realizzare foto efficaci dei vostri prodotti, scegliendo modelli e sfondi adeguati e ritoccando le immagini risultanti con Photoshop o altri programmi di grafica per ottimizzare il risultato finale, ad esempio rendendo lo sfondo completamente ed omogeneamente bianco, il watermark evita che le nostre immagini vengano indebitamente copiate.
Certificato SSL
Il certificato SSL (“Secure Sockets Layer”) è un protocollo progettato per consentire alle applicazioni di trasmettere informazioni in modo sicuro e protetto.
Lo si riconosce attraverso il lucchetto anteposto all’indirizzo URL e seguito dalla dicitura “https” (anziché http).
Il certificato SSL è diventato uno dei pre-requisiti indispendabili richiesti da Google per valutare un sito e parametro di ranking. Si può ottenere un certificato SSL anche gratuito Let’s Encrypt (fornito da qualsiasi provider), oppure acquistarne uno professionale da Comodo SSL o VeriSign.
Let’s Encrypt vs Certificati SSL a Pagamento
La sicurezza fornita da un certificato gratuito Let’s Encrypt è la stessa sotto ogni aspetto della sicurezza fornita da un certificato a pagamento, le connessioni non sono maggiormente crittografate con certificati costosi.
I certificati Let’s Encrypt non includono però informazioni sulla persona giuridica che gestisce il sito web (come nome, indirizzo o paese), molti certificati a pagamento invece includono queste informazioni.
I browser web ad ogni modo non utilizzano direttamente queste informazioni per scopi di autenticazione e tali certificati non rendono la connessione più sicura a livello tecnico.
Se gli utenti si aspettano o desiderano controllare le informazioni di proprietà del certificato (manualmente, accedendo all’interfaccia del browser per cercarle, ad esempio il lucchetto prima dell’url del sito su chrome), allora bisognerà dotarsi di un certificato a pagamento che contenga anche le informazioni sull’identità.
Potrebbe anche esserci un sentiment in cui alcuni visitatori potrebbero sentire, soggettivamente, che i siti che utilizzano un’infrastruttura più costosa sono più “legittimi” perché possono permettersi di pagare per infrastrutture di alto profilo (anche se spesso non ne hanno bisogno).
In sostanza potrebbero esserci alcuni utenti che ritengono che interagire con un sito che dispone di risorse finanziarie importanti, quindi magari dotato di un certificato a pagamento, è più sicuro che interagire con un sito con un certificato gratuito.
Norton Safe Web & McAfee Secure Site
Sempre nel concetto di fornire sicurezza al cliente, per i propri dati e la propria navigazione, un nuovo fattore che viene percepito in maniera positiva è la sicurezza resa disponibile da autorità terze riconosciute quali ad esempio Symantec o McAfee.
Norton Safe Web controlla e certifica il sito e consente, unitamente all’acquisto di un certificato SSL Verisign, di mettere un apposito sigillo di garanzia sul proprio sito.
Analogamente McAfee dispone di un servizio Secure Site, che permette anche di apporre il marchio di sicurezza della nota azienda sul vostro sito.
Maggiori informazioni su: Protect your site and Boost your sales.
Trust Seal
Il marchio Trust Seal viene fornito attraverso autorita riconosciute o enti verificatori, di rinomanza mondiale, che garantiscono ai clienti che “tu sei chi dici di essere” e che il tuo business rispetta la sicurezza e privacy dei clienti utilizzando, tra le altre cose, una privacy policy e terms and conditions aggiornate e verificate.
Si tratta di certificazioni il cui costo può variare in base al volume del business e che forniscono autorevolezza al proprio sito percepite maggiormente dagli utenti esigenti soprattutto in alcuni settori specifici (finanziario o azionario per esempio).
Lo scopo del sigillo Trust Seal (similmente al Privacy Seal) è dimostrare ai clienti che la nostra attività è incentrata sulla sicurezza e a rendere chiara la propria identità.
I requisiti per il commerciante che espone il sigillo variano, ma in genere comportano una dedizione a buone pratiche di sicurezza, l’uso di metodi sicuri per le transazioni e, cosa più importante, la verifica dell’identità aziendale.%.
La regola del 7
ttraverso uno studio condotto su 30.000 utenti per tre settimane, sono stati proposti i medesimi prodotti con prezzi molto simili, come ad esempio 97 Euro, 99 Euro e 100 Euro. Il risultato? il maggior numero di acquisti è pervenuto dai prezzi che terminavano con il numero 7, seguito da 0 ed infine il 9.
L’aumento percentuale delle vendite con i prezzi che terminavano con il numero 7 è quelli con il 9 è stato di circa il 44%.
Non più di 3 CLICK
Nell’ottica di facilitare al cliente il reperimento di ciò che cerca, e da studi effettuati sul comportamento utente, si evince che il massimo numero di “click” per raggiungere un articolo non deve essere superiore a tre.
Quindi evitate, salvo casi particolari, strutture troppo complesse, con nidificazioni di categorie profonde.
È preferibile sempre la semplicità, sia con nomi che sugli url ed usare immagini/icone chiare per far reperire al visitatore ciò che cerca senza difficoltà.
Reassuring Bar
Avete il vostro sito e desiderate trasmettere sicurezza ai vostri visitatori, non solo attraverso certificati, ma comunicando informazioni che reputate di grande importanza ed impatto.
Per far questo sovente si usa una barra, posta in varie posizioni prevalentemente della home (sopra il footer, sotto header o nel mezzo della pagina dopo alcuni contenuti) chiamata reassuring bar nella quale verranno apposti testi e icone esplicative che permetto al cliente di recepire “messaggi visivi rassicurativi”.
Tali messaggi possono essere relativi a:
- pagamenti sicuri, transazioni basate su gateway affidabili;
- all’assistenza sempre disponibile;
- alla garanzia del reso entro un tempo stabilito;
- trasporti gratuiti;
- rimborsi tempestivi;
Le icone, che coadiuvano solitamente un messaggio evidente in poche righe, servono a darci quella sicurezza che spesso cerchiamo su un sito dove desideriamo acquistare un prodotto.
Gli URL
Gli url di prodotti e categorie devono essere sempre descrittivi e contenere le keyword di posizionamento.
I prodotti possono essere preceduti dalla parte di permalink che rappresenta la categoria di appartenenza (es. ../divani-per-ufficio/divano-grigio-vintage-tre-posti/).
Analogo discorso per le pagine CMS e quelle blog.
La lunghezza consigliata per un URL per il posizionamento ottimale su Google è generalmente fino a circa 60-70 caratteri con un massimo di 2.083 caratteri.
L’obiettivo principale è creare URL che siano concisi, descrittivi e facili da comprendere sia per gli utenti che per i motori di ricerca.
E sconsigliato l’uso di caratteri speciali o simboli non standard nei URL, per gli spazi utilizzare “-“ (trattini) e non utilizzare “_” (gli underscore).
Sostituzione o cambio prodotto
Quando un prodotto è esaurito e non più disponibile per la vendita sul vostro store, non va mai rimosso o disabilitato ma reindirizzato.
Il link del prodotto va re-indirizzato ad un prodotto analogo o alla propria categoria di appartenenza con le direttive Redirect 301 (permanente) o Redirect 302 (temporaneo), evitando così fastidiose pagine 404 per gli utenti e dannose per la SEO del sito.
Analogo discorso per qualsiasi altra pagina del sito che, se rimossa o sospesa, va sempre reindirizzata con le opportune regole, generalmente tramite il file .htaccess.
Mappa del sito: la SITEMAP
Esistono due tipi di Sitemap, una visuale che serve ad indicare all’utente la struttura del sito e che non è sempre presente o necessaria.
L’altra, chiamata sitemap.xml e invece un importante struttura XML che serve ad indicare ai motori di ricerca, attraverso la consolle di amministrazione, la struttura del sito così da facilitarne l’indicizzazione.
La sitemap.xml viene solitamente generata attraverso dei tool, ed è importante dire cosa e come il motore di ricerca deve scansionarla e con quale frequenza.
Ad esempio si possono includere immagini, escludere parti le sezione di amministrazione e gestire in differenti modi la struttura del file XML sottoposto a scansione.
Breadcrumb
Tre i requisiti ritenuti importanti per il ranking di google rientra il breadcrumb (briciola di pane): si presenta generalmente come una serie di link ordinati, separati da separatori come “>” o “/”, che rappresentano i passaggi che l’utente ha seguito per arrivare alla pagina attuale.
Utili perché indicano al visitatore dove si trova all’interno del sito e permettono di navigare a ritroso con facilità, una sorta di bussola che ci indica la posizione in cui ci troviamo sul sito.
Home > Categoria > Sotto-categoria > Prodotto
6. Scelta della soluzione per il negozio online
Piattaforma Open source, Dedicata, SaaS o Marketplace?
Quale scelta tecnologica effettuare per affrontare il mercato online è un punto chiave, sebbene sia possibile migrare con il tempo, una scelta sbagliata può costare molto tempo e costi elevati.
Partire con il piede giusto fin da subito, nel limite dell’errore umano, ci può risparmiare molta fatica in un prossimo futuro.
Esistono differenti soluzioni per l’implementazione di un eCommerce, vediamo di capire di cosa si tratta!
Piattaforma software dedicata
Si tratta della realizzazione del nostro sito dalla A alla Z tramite una software house o web agency, o creando un’infrastruttura con dei programmatori interni all’azienda.
E’ la scelta adottata da grossi brand e da realtà di mercato di ampie dimensioni e consente sicuramente un livello di personalizzazione molto avanzato con un’adattabilità continua in quanto l’ausilio di risorse interne (o esterne di alto livello) permette di rispondere alle esigenze mutevoli in tempi estremamente rapidi.
Il contro è il costo, una piattaforma dedicata per un negozio che desidera una presenza di mercato e con delle pretese medie può costare decine di migliaia di euro nella fase iniziale, si tratta quindi di una soluzione per competitor di medio-alto livello o che comunque dispongano già di una presenza su web di successo da tempo e desiderino “andare oltre”.
Personalmente ritengo che questa soluzione disponga anche di un risvolto negativo e cioè la mancanza di una community di supporto, se ci pensate un sistema operativo come linux o un open software come wordpress si sono evoluti e migliorati di molto proprio grazie ad una comunità di migliaia di persone che ha dato il proprio contributo nell’arco degli anni.
Questo contributo ha permesso di creare prodotti di altissimo livello e affidabilità, con un livello di personalizzazione avanzato e soprattutto con una correzione di bug e di security patch continua, un software dedicato questo non lo permette perché le risorse interne sono ovviamente limitate, per questo anche società di alto livello talvolta hanno scelto soluzioni basate su piattaforma open source o a pagamento ma super-personalizzata ed ottimizzata.
Rivolgersi all’Open Source
Le scelte sono innumerevoli, alcuni sono più o meno leader di settore, altri più o meno facilmente configurabili e gestibili.
Sicuramente i due nomi più blasonati sono Woocommerce, Magento e Prestashop ma all’interno di questo insieme ve ne sono molti altri.
Il vantaggio di questo tipo di scelta risiede nei vantaggi propri dell’open source, cioè della libertà di disporre del codice sorgente, nonché nella gratuità stessa del prodotto che come costi ha unicamente quelli di personalizzazione tecnica, grafica e di alcuni moduli dedicati che presentano un costo se utilizzati.
La spesa per queste soluzioni dipende dalla consulenza progettuale del sito e dalle customizzazioni tecniche e grafiche che rispondono alle esigenze del settore di riferimento.
Il livello tecnico e la curva di apprendimento per gli amministrtori del sito sono differenti secondo la piattaforma, WooCommerce ad esempio è facilmente utilizzabile dopo un modesto corso per utilizzatori di back-end, PrestaShop e Magento in particolare richiedono invece un percorso di formazione più lungo ma non troppo difficile.
Soluzioni SaaS (software as a service)
Si tratta di prodotti oggi largamente utilizzati in quanto basati su un infrastruttura di terzi noleggiabile il cui costo è prevalentemente quello del canone mensile.
Le due soluzioni più utilizzate sono il famoso Shopify e BigCommerce, entrambe serie e molto affidabili, con la possibilità di utilizzare differenti vesti grafiche tutte molto piacevoli.
Il Pro di scegliere una piattaforma a noleggio è quello di sapere di avere alle spalle un’infrastruttura ed un motore che è molto rodato, non presenta bug ed è efficiente perché deve esserlo per le migliaia di siti che lo utilizzano e non può permettersi malfunzionamenti.
I Contro sono il fatto che non avendo a disposizione il codice sorgente non possiamo spingerci oltre un certo livello di customizzazione della struttura, inoltre dipendiamo sempre da terzi che possono imputarci costi sulle transazioni o sul noleggio in base alle proprie politiche interne.
- a livello SEO sono scelte meno performanti di un prodotto open source o un codice ad-hoc in quanto le ottimizzazioni possono essere effettuate solo su ciò che ci consente il fornitore del software;
- non gestiscono soluzioni Multisite ma esclusivamente Multivaluta/Multilingua;
- non consentono customizzazioni o implementazioni particolarmente spinte i quanto non possiamo disporre del codice sorgente;
- siamo sempre legati ad un canone, e a dei termini e condizioni della società erogatrice il servizio, che possono variare nel tempo;
Marketplace
Una soluzione apparentemente più semplice ed economica risiede nell’utilizzo dei vari marketplace, solo per citare alcuni dei più blasonati:
Esistono soluzioni anche a livello locale paese per paese (alcune anche molto forti), per l’Italia basti ricordare subito.it, che opera in maniera un pò differente non gestendo la transazione online ma la possiamo associare ad un marketplace per tipologia di interazione tra venditore ed acquirente.
Anche questa scelta comporta pro e contro, il vantaggio evidente è che il costo di implementazione è irrisorio o quasi (si può optare per farsi creare un negozio esteticamente personalizzato su eBay od Amazon per dare una impronta professionale all’attività), a parte l’eventuale canone mensile del “negozio” e l’eventuale costo del singolo annuncio non ci sono altre spese da affrontare (talvolta si può decidere di fare campagne di marketing interne al marketplace ma questo non riveste un costo infrastrutturale), un ulteriore grosso vantaggio e che sono canali già utilizzati per la ricerca di prodotti quindi i vostri articoli saranno più facilmente reperibili dall’utente finale.
Uno svantaggio e che si entra a far parte di un bazar dove una delle regole vincenti e quella del prezzo piuttosto che del servizio che comunque deve essere efficiente, la concorrenza risulta alta e in taluni siti prodotti particolarmente professionali o costosi non trovano il giusto mercato.
Bisogna inoltre sottostare ad un insieme di regole di condotta dettate dal marketplace che possono essere conflittuali con alcune vostre scelte aziendali (ad esempio: eBay non consente link esterni sui propri annunci e per le controversie bisogna sempre passare dai loro canali), il rapporto con il cliente è spesso di sottimissione nel senso che la qualità del feedback sulle nostre vendite è fattore di ranking per l’algoritmo interno del marketplace.
Dobbiamo considerare che avere un unico canale di vendita online attraverso un marketplace è limitante perché qualora, per qualsiasi ragione, dovessimo essere estromessi dalla piattaforma, l’intero nostro business cesserebbe improvvisamente.
Le commissioni che si pagano sul valore di vendita sono elevate, possono arrivare fino al 20% e se l’idea è inoltre quella di creare, con il tempo, un brand, una piattaforma esterna risulta spersonalizzante.
7. Principali piattaforme open source e risorse
Ne esistono tante sul mercato, alcune però con il tempo sono diventate protagoniste, i motivi sono differenti ma la semplicità d’uso e la completezza degli strumenti forniti sono stati due dei punti chiave di successo.
Wappalyzer mette a disposizione dei grafici con una stima del market share di alcune tecnologie.
Vediamo le principali piattaforme eCommerce open source con i loro pro e contro, dove scaricarle e risorse utili.
Adobe Commerce ( ex Magento Commerce )
Piattaforma open source (OPL v3) nata nel 2007/2008, stabile, matura e completa, utilizzata da oltre 200 mila merchant, dal 2018 la proprietà è passata ad Adobe. Basata su Zend Framework è utilizzata da importanti brand. Ottimo back office altamente professionale, ottimizzazione SEO e nutrita serie di strumenti di utilità e numerosi add-ons.
Gestione dei template un po’ complessa, curva di apprendimento medio-alta, altissimo livello di personalizzazione, richiesta importante di risorse consigliato un VPS o server dedicato.
- Documentazione di Magento Commerce;
- Experience League community;
- Ciclo di vita di Magento Commerce;
- Documentazione per sviluppatori;
- Disponibilità del prodotto;
- Download di Magento Commerce;
PrestaShop
Piattaforma open source Francese, basata su Symphony framework, stabile e di discretamente facile implementazione.
La curva di apprendimento è media, livello di maturità ottimo seppur non a livello del suo maggiore competitor maggiore, ampia community e fornita libreria di moduli che consentono un elevato livello di personalizzazione, possibilità di integrazione con marketplace come Amazon, Etsy, eBay.
- Esempi di Negozi sviluppati con Prestashop;
- Moduli per PrestaShop
- Forum Italiano;
- Download di PrestaShop;
- Guida e Documentazione;
- User Guide PrestaShop user documentation;
WooCommerce
Piattaforma estremamente diffusa, bassa curva di apprendimento e costi di implementazione, il grosso vantaggio è che si basa sul CMS WordPress quindi dispone di una larga community di sviluppatori ed utilizzatori.
Consigliata per esercenti di medio-piccole e piccole dimensioni, ampia scelta di add-on, ottima stabilità.
- Esempi di Negozi sviluppati con WooCommerce;
- Estensioni ufficiali di WooCommerce;
- Documentazione ufficiale;
- Download della piattaforma;
OsCommerce
Soluzione arrivata alla v4 di buona diffusione grazia alla sua “antica origine” del 2001, che però soffre la concorrenza dei numerosi competitori, gode di una ricca libreria di add-on, oltre 190.000 siti realizzati e più di 40.000 online nel 2023.
Dalle prime release difficili nell’utilizzo e nella personalizzazione sia tecnicamente che graficamente, oggi lo sviluppo ha portato OsCommerce ad un livello molto buono, ricca community, risorse macchina basse e risorse tecniche numerose.
Drupal Commerce
Soluzione da non sottovalutare essendo basato su uno dei più robusti ed affidabili CMS sul mercato, forse quello più sicuro a livello di codice. Performante ed efficiente questa soluzione paga lo scotto della bassa diffusione di Drupal dovuta all’integrazione non destinata a neofiti del codice.
8. Risorse utili per il web
Esistono numerosi strumenti per il vostro sito che vanno dalle funzionalità statistiche all’analisi dei competitor, controllo del contenuto duplicato, strumenti AI, repository di immagini e molto altro.
I Tools per esterni la gestione del sito, taluni gratuiti altri a pagamento, sono essenziali per un sito di successo.
Estensioni per CMS
Immagini
- Unsplash
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- Pexels
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- Shopify Burst
- Freepik
- Vecteezy (vettoriali)
- Free Vector (vettoriali)
- SVG Silh (vettoriali)