Concetti di informatica in pillole, dal OS al Megabyte

da | Set 12, 2024 | IT/Web/Sviluppo | 0 commenti

Breve tutorial su concetti di informatica di base: differenza tra HW e SW, il Sistema Operativo, sistema binario, dal Bit al TeraByte.
concetti di informatica in pillole
concetti di informatica in pillole

Nel mondo dell’informatica, comprendere alcuni concetti di base è fondamentale per navigare e utilizzare efficacemente i dispositivi digitali. In questo breve tutorial, esploreremo i principi fondamentali che ogni neofita dovrebbe conoscere. Scopriremo la differenza tra Hardware e Software, come funziona un Sistema Operativo, il ruolo del sistema binario e come si misura lo spazio di archiviazione, dal Bit al Terabyte. Questa panoramica ti aiuterà a capire meglio come funzionano i tuoi dispositivi e a utilizzare le tecnologie in modo più consapevole.

INDICE DEI CONTEUTI:

  1. Differenza tra Hardware e Software
  2. Sistemi operativi e software applicativo
  3. Che cos’è il Desktop
  4. Concetto di file e directory
  5. Che cos’è un file/archivio ZIP
  6. Gli utenti (o users) di un dispositivo
  7. Come lavora un dispositivo: il sistema binario
  8. Unità di misura dei dati: dal Bit al Terabyte
  9. Le unità di misura utilizzate sui dispositivi
  10. Gestione dei colori in informatica

Immagina che il computer sia come un essere umano: ha un corpo e un cervello. In questo paragone:

  • Software è il cervello o la mente del computer, che controlla tutto ciò che il corpo fa.
  • Hardware è il corpo del computer.
Differenza tra hardware e software
Differenza tra hardware e software
  • L’hardware è la parte fisica di un computer o di un dispositivo. È tutto ciò che puoi toccare.
  • Include componenti come:
    • Monitor: Lo schermo su cui vedi tutto.
    • Tastiera e mouse: Strumenti che usi per interagire con il computer.
    • Processore (CPU): Il “cervello” fisico del computer, che esegue calcoli.
    • Memoria (RAM): Dove il computer conserva le informazioni temporanee.
    • Disco rigido (Hard Disk o SSD): Dove il computer conserva i dati e i file in modo permanente.
    • Scheda video: Responsabile delle immagini che vedi sullo schermo.
  • In pratica, l’hardware è tutto ciò che puoi vedere e toccare, come i pezzi che compongono il computer o il telefono, nel seguente post trovi una spiegazione dettagliata da cos’è costituito l’hardware di un elaboratore.
  • Il software è la parte immateriale di un dispositivo. Non puoi toccarlo, ma è quello che fa funzionare l’hardware.
  • Il software è composto da programmi e applicazioni che danno istruzioni all’hardware su cosa fare.
    • Sistema operativo: Il programma principale che gestisce tutto (es. Windows, macOS, Android).
    • Applicazioni: Programmi che usi quotidianamente (es. Word, Chrome, giochi).
    • Driver: Programmi che permettono all’hardware di comunicare con il sistema operativo.

Il software dice all’hardware cosa fare. Ad esempio, quando fai clic su un’icona per aprire un’app, è il software che dice all’hardware di mostrarla sullo schermo.

  • Hardware: Immagina di avere una radio (la parte fisica).
  • Software: I programmi radiofonici che ascolti sono come il software. Non li puoi toccare, ma sono essenziali per far funzionare la radio.
  • Software: Sono i programmi e le applicazioni che fanno funzionare l’hardware (mente del computer).
  • Hardware: Sono tutte le parti fisiche di un dispositivo (corpo del computer).

Un sistema operativo (SO) è il software principale che gestisce tutte le risorse di un computer o dispositivo, come la memoria, il processore, i dischi rigidi, le periferiche (come stampanti e mouse), e coordina l’esecuzione dei programmi.

In parole semplici, il sistema operativo fa da “ponte” tra l’hardware (la parte fisica del computer) e l’utente, permettendoti di interagire con il dispositivo in modo semplice e intuitivo.

sistemi operativi più diffusi
sistemi operativi più diffusi

I sistemi operativi (OS) sono nati con lo sviluppo dei primi computer negli anni ’50, quando erano necessari per gestire l’hardware e permettere agli utenti di eseguire programmi.

  1. Anni ’50-’60: I primi sistemi operativi erano rudimentali e progettati per grandi mainframe. Un esempio è GM-NAA I/O, usato da IBM per automatizzare alcuni processi.
  2. Anni ’70: Nasce UNIX, un sistema operativo multi-utente e multi-tasking che ha influenzato molti OS moderni. Negli stessi anni, arriva MS-DOS da Microsoft, progettato per i personal computer.
  3. Anni ’80: Microsoft lancia Windows (1985), un’interfaccia grafica per MS-DOS, e Apple introduce il Mac OS (1984), uno dei primi sistemi operativi con un’interfaccia completamente grafica.
  4. Anni ’90: Windows diventa il sistema operativo dominante con Windows 95, mentre Linux nasce come sistema operativo open source, basato su UNIX.
  5. Oggi: I sistemi operativi più diffusi sono Windows, macOS, Linux, e Android/iOS per dispositivi mobili, che dominano il panorama tecnologico moderno.
  • Gestione dell’hardware: Controlla tutte le parti fisiche del computer.
  • Gestione dei file: Organizza e tiene traccia dei file su disco.
  • Gestione della memoria: Assegna e gestisce la memoria del computer per i vari programmi in esecuzione.
  • Gestione dei processi: Esegue e coordina l’esecuzione dei programmi.
  • Interfaccia utente: Fornisce un modo per interagire con il sistema, attraverso una interfaccia grafica (icone, finestre, pulsanti) o una interfaccia a riga di comando.
  • Microsoft Windows: Utilizzato su molti computer personali.
  • Apple macOS: Sistema operativo dei computer Apple.
  • Linux: Un sistema operativo open-source usato in ambienti professionali e server.
  • Android: Utilizzato su molti smartphone e tablet.
  • Apple iOS: Sistema operativo degli iPhone e iPad.

Un software applicativo è un programma che svolge compiti specifici per l’utente. Mentre il sistema operativo gestisce le risorse del computer, i software applicativi ti permettono di fare cose concrete, come scrivere un documento, modificare una foto, navigare su internet o ascoltare musica, di seguito alcuni semplici esempi:

  • Microsoft Word: Per scrivere documenti di testo.
  • Google Chrome: Per navigare su internet.
  • Adobe Photoshop: Per modificare immagini.
  • Spotify: Per ascoltare musica..

Tecnicamente, un’app (abbreviazione di “applicazione”) e un software applicativo sono la stessa cosa, ma ci sono alcune distinzioni basate sul contesto e sull’uso comune:

  • Il termine “app” è diventato popolare con l’avvento degli smartphone e dei tablet.
  • Si riferisce solitamente a piccoli programmi creati per dispositivi mobili come smartphone, tablet e persino smartwatch.
  • Le app sono spesso progettate per eseguire un compito specifico in modo semplice e veloce, come inviare messaggi, ascoltare musica o controllare il meteo.
  • Le app vengono scaricate e installate attraverso store digitali, come il Google Play Store (Android) o l’App Store (iOS).
  • Sono spesso sono utilizzate per compiti quotidiani e rapidi (chat, social, mappe)., mentre i software applicativi sono spesso impiegati per attività professionali o produttive (grafica, programmazione, gestione dati).

Il termine “software applicativo” si riferisce più spesso a programmi per computer che svolgono compiti complessi.

  • È comunemente usato in ambienti desktop, laptop o server, e può includere una gamma molto ampia di strumenti, dai word processor ai programmi di grafica professionale.
  • I software applicativi sono spesso più robusti e complessi rispetto alle app per dispositivi mobili.
  • Spesso impiegati per attività professionali, produttive o complesse (grafica, programmazione, gestione dati).

Sistema Operativo: È il software di base che gestisce l’intero funzionamento del computer. Senza un sistema operativo, il computer non sarebbe utilizzabile.

Software Applicativo: È un programma che funziona all’interno del sistema operativo e che ti permette di eseguire compiti specifici. Il software applicativo non può funzionare senza un sistema operativo.

La App: Una versione più leggera e specifica di un software applicativo, solitamente per dispositivi mobili.

l desktop è la schermata principale che vedi quando accendi un computer o un dispositivo come un tablet o uno smartphone.

È simile a una scrivania virtuale, dove puoi organizzare e accedere ai tuoi strumenti, file e programmi in modo facile e immediato.

esempio di Desktop
esempio di Desktop
  • Il desktop solitamente ha uno sfondo che può essere personalizzato con immagini o colori.
  • Su di esso si trovano icone di file, cartelle e programmi, che funzionano come collegamenti rapidi per aprirli.
  • È lo spazio dove puoi trascinare e organizzare i tuoi elementi, proprio come faresti su una scrivania fisica.
Windows Desktop
Windows Desktop
Mac Desktop
Mac Desktop
  • Icone sono piccoli simboli che rappresentano programmi, file o cartelle. Quando fai doppio clic su un’icona, si apre il programma o il file corrispondente.
  • Le icone più comuni sul desktop includono quelle dei programmi che usi più spesso e dei file salvati temporaneamente.
  • Sul desktop puoi creare cartelle per organizzare meglio i tuoi file. Le cartelle funzionano come contenitori dove puoi inserire documenti, immagini o altri file.
  • Questo ti aiuta a mantenere il desktop pulito e organizzato, evitando che si riempia di troppi file sparsi.
  • Windows: Sotto al desktop c’è la barra delle applicazioni, dove puoi vedere i programmi attivi e quelli che usi più frequentemente.
  • macOS: Ha il dock, una barra nella parte inferiore dello schermo che mostra le app preferite e quelle attualmente aperte.
  • Dal desktop puoi accedere velocemente ai tuoi programmi installati.
  • Puoi usare il Menu Start su Windows o il Launchpad su macOS per aprire qualsiasi applicazione o cercare file.
  • Puoi personalizzare il desktop cambiando lo sfondo, aggiungendo o rimuovendo icone e organizzando gli elementi come preferisci.
  • La personalizzazione del desktop lo rende uno spazio di lavoro personale, che può riflettere i propri gusti e necessità, nonché praticità per la disposizione degli elementi che si utilizzano più frequentemente.

In sintesi Il desktop di un dispositivo è una superficie di lavoro virtuale dove puoi organizzare e accedere velocemente ai tuoi file, cartelle e applicazioni. È il primo punto di interazione quando accendi il computer e ti aiuta a mantenere tutto ordinato e a portata di mano, come una scrivania nel mondo reale.Inizio modulo

Un file è un contenitore di dati all’interno di un computer o di un dispositivo digitale. Può contenere testo, immagini, video, suoni o qualsiasi tipo di informazione digitale.

È simile a un documento o a una cartella che puoi usare per salvare informazioni specifiche, come una lettera scritta a mano, una foto o un video.

File e Directory
File e Directory

Ogni file ha due parti principali: il nome e l’estensione. Questi due elementi sono separati da un punto (“.”).

  • Nome del file: Questa è la parte personalizzabile che scegli tu quando salvi il file. Ad esempio, se hai creato un documento di testo, potresti chiamarlo Ricetta, Progetto_scuola o qualsiasi altra cosa che ti aiuti a identificarlo.
  • Estensione del file: L’estensione viene subito dopo il nome e serve per indicare il tipo di file o il formato. Questo aiuta il sistema operativo a sapere quale programma deve aprire quel file. L’estensione è costituita da un punto seguito da tre o più lettere (ad esempio, .txt, .jpg, .mp3).

Esempio:

  • Ricetta.txt: qui, Ricetta è il nome del file, e .txt è l’estensione che indica il tipo di file, in questo caso di testo, ciò che separa il nome dall’estensione è il “.” (punto).

Il nome è la parte personalizzabile che scegli per il tuo file, mentre l’estensione è un’informazione che specifica di che tipo è il file e quale programma deve aprirlo. Se cambi l’estensione di un file senza un motivo valido, potresti renderlo inutilizzabile, perché il sistema operativo potrebbe non sapere più come gestirlo.

  • .txt: File di testo semplice.
  • .doc o .docx: File di Microsoft Word.
  • .pdf: Documento PDF, leggibile con Adobe Reader o altri lettori PDF.
  • .xls o .xlsx: Foglio di calcolo Microsoft Excel.
  • .pst o .pstx: File di presentazione Microsoft Powerpoint
  • .mp3: Formato audio compresso, comune per la musica.
  • .wav: Formato audio senza perdita di qualità, ma più pesante.
  • .aac: Formato audio utilizzato in molte piattaforme di streaming.
  • .jpg, .jpeg, .webp: Formato immagine compresso, molto comune per le foto.
  • .png: Formato immagine che supporta la trasparenza.
  • .gif: Formato immagine che può contenere animazioni semplici.
  • .bmp: File di immagine bitmap, meno compressa rispetto a .jpg.
  • .zip: Archivio compresso che può contenere più file.
  • .rar: Un altro formato di archivio compresso, simile a .zip.
  • .7zip: Archivio compressione ottimizzato tramite il programma open source 7ZIP.
  • .exe: File eseguibile su Windows e Dos.
  • .bat: File batch, uno script per l’automazione di operazioni su Windows.
  • .sh: Script per sistemi operativi basati su Unix, come Linux e macOS.

Immagina di avere tanti documenti cartacei sparsi sulla tua scrivania. Se non li organizzi, sarebbe difficile trovare quello che ti serve. Le cartelle in un computer funzionano esattamente come quelle fisiche: ti permettono di organizzare i tuoi file in modo ordinato e strutturato, rendendo più semplice trovare e gestire le informazioni.

Una cartella (o directory) è un contenitore virtuale in cui puoi raggruppare file e, talvolta, altre cartelle. È uno strumento di organizzazione che ti permette di tenere i tuoi file in ordine e facilmente accessibili. Ogni cartella può contenere file di qualsiasi tipo (immagini, documenti, video, ecc.) e può anche includere altre cartelle, che a loro volta possono contenere file o altre cartelle, creando una struttura gerarchica.

Esempio:

  • Supponiamo di avere un computer con tanti documenti di lavoro. Invece di tenerli tutti “sfusi”, puoi creare una cartella chiamata “Lavoro” e all’interno di essa creare altre cartelle come “Progetti”, “Rapporti”, “Fatture”. Ogni file legato al lavoro sarà inserito nella sua cartella corrispondente.

Le cartelle sono organizzate in una struttura gerarchica, a “livelli”. Questa gerarchia inizia da una cartella principale (spesso chiamata root o “radice”) e scende fino a cartelle più specifiche.

Esempio di struttura di cartelle:

In questo esempio:

  • *C:* è la cartella principale (o root), il disco su cui sono memorizzati i file.
  • Documenti, Musica, e Immagini sono cartelle all’interno di “C:”, e ognuna di queste può contenere altre cartelle o file.
  • Lavoro, Progetti e Fatture sono sotto-cartelle che puoi creare all’interno di altre cartelle per organizzare meglio i tuoi file.
  1. Organizzazione: Le cartelle ti permettono di classificare e organizzare i file in modo logico, rendendo più facile trovarli.
    • Esempio: Se hai centinaia di foto, potresti crearne una cartella chiamata “Foto” e dentro di essa creare sotto-cartelle per ogni anno o evento (es. “Vacanze 2023”, “Compleanni”).
  2. Accessibilità: Una struttura ben organizzata riduce il tempo che impieghi a cercare un file, perché sai esattamente in quale cartella trovarlo.
    • Esempio: Invece di avere tutte le tue canzoni nella stessa cartella, puoi organizzarle in sottocartelle per ogni artista o album.
  3. Efficienza: Organizzare i file in cartelle ti aiuta anche a gestire meglio lo spazio di archiviazione. Puoi rapidamente fare copie di intere cartelle, spostarle, o eliminarle senza dover gestire ogni singolo file separatamente.
  4. Chiarezza: Raggruppare file simili in una cartella riduce il “disordine digitale” e rende l’ambiente di lavoro sul tuo computer più pulito e chiaro.

Creare una cartella è un processo semplice e varia leggermente a seconda del sistema operativo, ma il concetto è lo stesso.

  1. Vai alla posizione (ad esempio il desktop o una cartella) dove vuoi creare la nuova cartella.
  2. Fai clic destro in uno spazio vuoto.
  3. Seleziona Nuovo e poi Cartella.
  4. Dai un nome alla cartella e premi “Invio”.
  1. Vai alla posizione (ad esempio il desktop o una cartella) dove vuoi creare la nuova cartella.
  2. Fai clic destro in uno spazio vuoto.
  3. Seleziona Nuovo e poi Cartella.
  4. Dai un nome alla cartella e premi “Invio”.

Una cartella può contenere altre cartelle, chiamate sottocartelle ( nidificazione in gergo informatico ). Questo permette di creare una struttura a più livelli per organizzare i file in modo sempre più dettagliato. È come avere una cartella fisica in cui metti altre cartelline più piccole all’interno per organizzare ulteriormente i tuoi documenti.

Ad esempio, nella cartella principale “Foto”, puoi creare delle sottocartelle per suddividere le tue immagini per anno, evento o luogo:

  • File: È il contenitore di dati o informazioni (documenti, immagini, video, ecc.). Ogni file ha un nome e un’estensione che indica di che tipo di file si tratta.
  • Cartella: È un contenitore virtuale che può contenere file o altre cartelle. Serve solo per organizzare i file, non contiene dati “diretti” come un file.
  • Cartella principale: La cartella più alta nella gerarchia (es. “C:” su Windows).
  • Sottocartelle: Cartelle all’interno di altre cartelle.
  • Organizzazione gerarchica: Una struttura a più livelli in cui una cartella può contenere altre cartelle e file.
  • Windows: Clic destro sul file/cartella e seleziona Copia. Poi vai nella posizione desiderata, clic destro e seleziona Incolla.
  • macOS: Clic destro e seleziona Copia. Vai nella posizione desiderata, clic destro e seleziona Incolla.
  • Windows: Clic destro e seleziona Taglia. Poi vai nella nuova posizione, clic destro e seleziona Incolla.
  • macOS: Clic destro e seleziona Taglia (o usa Cmd + X). Poi vai nella nuova posizione, clic destro e seleziona Incolla.
  • Windows: Seleziona il file/cartella, clic destro e scegli Elimina, oppure premi Canc. I file andranno nel Cestino.
  • macOS: Seleziona il file/cartella e premi Cmd + Backspace, oppure clic destro e seleziona Sposta nel Cestino.
  • Windows: Clic destro sul file/cartella e seleziona Rinomina. Digita il nuovo nome e premi Invio.
  • macOS: Clic destro e seleziona Rinomina. Digita il nuovo nome e premi Invio.
  • Windows e macOS: Dopo aver copiato o tagliato, vai nella posizione desiderata, clic destro e seleziona Incolla.
  • Windows: Vai nella posizione desiderata, clic destro su uno spazio vuoto, seleziona Nuovo > Cartella. Dai un nome e premi Invio.
  • macOS: Vai nella posizione desiderata, clic destro e seleziona Nuova cartella. Dai un nome e premi Invio.
  • Windows: Tieni premuto Ctrl e clicca sui file/cartelle che vuoi selezionare. Per selezionare tutto, premi Ctrl + A.
  • macOS: Tieni premuto Cmd e clicca sui file/cartelle desiderati. Per selezionare tutto, premi Cmd + A.

Sia Windows che macOS hanno un insieme di cartelle di sistema principali che vengono create automaticamente dal sistema operativo. Queste cartelle contengono file essenziali per il funzionamento del sistema operativo e per l’archiviazione dei dati dell’utente. Ecco una panoramica delle cartelle principali per ciascun sistema:

  1. C:\Windows
    • Descrizione: Questa è la cartella principale del sistema operativo Windows. Contiene i file necessari per far funzionare il sistema, come i driver, i file di configurazione e i programmi di sistema.
    • Sottocartelle importanti:
      • System32: Contiene file essenziali per il funzionamento del sistema operativo, come driver e librerie (.dll).
      • WinSxS: Contiene versioni multiple di file di sistema e librerie per garantire la compatibilità con le applicazioni.
      • Temp: Cartella temporanea in cui il sistema e le applicazioni salvano file temporanei.
  2. C:\Programmi (o C:\Program Files in inglese)
    • Descrizione: Qui vengono installati i programmi (software applicativi) a 64 bit.
    • Sottocartelle importanti: Ogni programma installato sul PC avrà una sua cartella all’interno di questa directory.
  3. C:\Programmi (x86) (o C:\Program Files (x86) in inglese)
    • Descrizione: Qui vengono installati i programmi a 32 bit.
  4. C:\Utenti (o C:\Users in inglese)
    • Descrizione: Contiene tutte le cartelle personali degli utenti registrati sul computer. Ogni utente ha una propria cartella con i file personali, impostazioni, documenti, immagini, musica, ecc.
    • Sottocartelle importanti:
      • Documenti: La cartella predefinita per i documenti dell’utente.
      • Immagini: Per foto e immagini personali.
      • Desktop: Tutto ciò che viene salvato sul desktop è in questa cartella.
      • Download: Dove vengono salvati i file scaricati da internet.
      • AppData: Questa cartella contiene dati specifici per le applicazioni, come impostazioni e cache. È nascosta per impostazione predefinita.
  5. C:\ProgramData
    • Descrizione: Questa cartella contiene dati condivisi tra tutte le applicazioni e gli utenti. Solitamente qui si trovano le impostazioni e i file di configurazione delle applicazioni.
  6. C:\System Volume Information
    • Descrizione: Contiene informazioni sul ripristino di sistema e altre informazioni di sistema. È una cartella protetta e non dovrebbe essere modificata dall’utente.
  7. C:\Temp
    • Descrizione: Usata dal sistema per memorizzare file temporanei, come file di installazione incompleti o file creati da applicazioni durante il loro utilizzo.

macOS ha una struttura di cartelle leggermente diversa, ma anche qui ci sono delle directory essenziali per il funzionamento del sistema operativo. Le cartelle principali sono:

  1. /System
    • Descrizione: Contiene tutti i file di sistema necessari per far funzionare macOS, inclusi i driver e i file di configurazione.
    • Sottocartelle importanti:
      • Library: Contiene risorse di sistema come font, plugin, e file di supporto per le applicazioni di sistema.
      • CoreServices: Contiene file critici per il funzionamento del sistema, come Finder e Dock.
  2. /Applications (o Applicazioni in italiano)
    • Descrizione: Qui sono installate tutte le applicazioni del sistema e quelle scaricate dall’utente. Ogni applicazione ha la sua icona e cartella in questa directory.
  3. /Users (o Utenti in italiano)
    • Descrizione: Contiene le cartelle personali di ogni utente registrato sul Mac.
    • Sottocartelle importanti:
      • Documenti: La cartella predefinita per i documenti dell’utente.
      • Scrivania: L’equivalente della cartella “Desktop” su Windows.
      • Download: La posizione predefinita per i file scaricati da internet.
      • Library (Libreria): Contiene file di configurazione specifici per l’utente, come le impostazioni delle applicazioni e le cache. È nascosta per impostazione predefinita.
  4. /Library (o Libreria)
    • Descrizione: Contiene file di sistema e risorse comuni a tutte le applicazioni e gli utenti, come i font, le preferenze di sistema e gli script.
    • Sottocartelle importanti:
      • Application Support: Contiene file necessari per il funzionamento delle applicazioni.
      • Caches: File di cache creati dalle applicazioni e dal sistema.
  5. /Volumes
    • Descrizione: Contiene i dispositivi di archiviazione montati, come i dischi esterni o i volumi di rete.
  6. /private
    • Descrizione: Contiene file di sistema temporanei e altri file che non sono di interesse per l’utente finale. Solitamente è nascosta.
  7. /bin, /sbin, /usr
    • Descrizione: Queste sono cartelle che contengono file e comandi di sistema usati principalmente dal sistema operativo o da utenti avanzati attraverso il terminale.
  • Windows organizza i file di sistema principalmente all’interno della cartella C:\Windows, mentre su macOS la cartella equivalente è /System.
  • macOS fa un uso più esteso di varie cartelle “Library” (sistema, utente e app), mentre Windows gestisce le configurazioni utente principalmente tramite la cartella AppData e ProgramData.
  • In Windows, tutto è centrato attorno al disco “C:”, mentre macOS usa una struttura di directory più basata su Unix, come /System, /Users, e /Applications.

Queste cartelle sono essenziali per il funzionamento del sistema operativo e, nella maggior parte dei casi, è meglio non modificarle manualmente, poiché potresti causare malfunzionamenti al sistema.

Un file ZIP è un tipo di file compresso che permette di raggruppare più file e cartelle in un unico archivio e ridurre la loro dimensione complessiva. È come mettere diversi documenti in una cartella virtuale e “comprimerla” per risparmiare spazio sul disco o per facilitarne l’invio via email o il download. Il formato ZIP viene spesso utilizzato per semplificare la gestione e il trasferimento di file grandi o di gruppi di file.

Ad esempio, se hai 10 foto che occupano molto spazio, puoi comprimerle in un unico file ZIP che occuperà meno spazio e potrà essere condiviso o archiviato più facilmente.

archivio compresso ZIP
archivio compresso ZIP
  • Risparmio di spazio: Comprimere i file riduce le loro dimensioni, liberando spazio sul disco.
  • Trasferimento più veloce: File più piccoli vengono trasferiti più rapidamente su internet (via email o download).
  • Organizzazione: Un file ZIP può contenere un gran numero di file e cartelle, mantenendo tutto ordinato e riducendo il numero di allegati che devi inviare.
  • Sicurezza: Puoi proteggere un file ZIP con una password per rendere i tuoi file più sicuri.
archivio non compresso
archivio non compresso
archivio compresso ZIP
archivio compresso ZIP

Per creare e gestire un file ZIP, puoi seguire questi passaggi a secondo del sistema operativo utilizzato:

  • Seleziona i file o le cartelle che vuoi comprimere.
  • Fai clic destro su uno dei file selezionati.
  • Seleziona l’opzione Invia a e poi Cartella compressa (zip).
  • Verrà creato un file ZIP con lo stesso nome del file o della cartella su cui hai fatto clic.
  • Seleziona i file o le cartelle che vuoi comprimere.
  • Fai clic destro (o Ctrl + clic) sui file selezionati.
  • Seleziona Comprimi dal menu a discesa.
  • Un file ZIP sarà creato nella stessa posizione dei file selezionati.
  • Fai clic destro sul file ZIP.
  • Seleziona Estrai tutto e scegli dove vuoi salvare i file decompressi.
  • Segui le istruzioni per completare l’estrazione.
  • Fai doppio clic sul file ZIP.
  • Il sistema decomprimerà automaticamente il file ZIP e creerà una cartella con gli stessi file all’interno.

Se vuoi maggior controllo sulla compressione o estrazione, o se devi lavorare con formati diversi da ZIP (come .RAR), ci sono programmi gratuiti che puoi scaricare:

  • 7-Zip (Windows): Un software gratuito che supporta diversi formati di compressione.
  • WinZip (Windows) Il software originale creatore del formato ZIP.
  • WinRAR (Windows): Un altro programma che gestisce file ZIP e RAR.
  • The Unarchiver (macOS): Un’app gratuita per decomprimere vari tipi di file, inclusi ZIP e RAR.

Alcuni file ZIP possono essere protetti da password. Per creare o aprire un file ZIP con password, devi usare un programma come 7-Zip o WinRAR. Il file sarà accessibile solo a chi conosce la password.

Cose da ricordare

  • Comprimere i file non li danneggia: I file all’interno del file ZIP rimangono intatti.
  • La compressione non sempre riduce di molto lo spazio: Alcuni file, come video o immagini, potrebbero già essere compressi nel loro formato originale, quindi la compressione ZIP potrebbe non ridurre significativamente le dimensioni.
  • Non puoi usare i file direttamente dal file ZIP: Prima devi estrarli per poterli modificare o aprire.

Un utente di un dispositivo (come un computer, smartphone, tablet, ecc.) è un account o profilo che rappresenta una persona o un gruppo di persone che utilizzano il dispositivo.

Ogni utente può avere le proprie impostazioni personalizzate, file, programmi e preferenze. L’idea di avere utenti separati è importante per la sicurezza, la privacy, e l’organizzazione delle risorse all’interno di un dispositivo.

gli users
gli users

Immagina di avere un computer condiviso tra più persone in una famiglia o in un ufficio. Ogni persona ha bisogno di accedere ai propri documenti, impostazioni e applicazioni, senza interferire con gli altri. Creando utenti separati, ogni persona può:

  • Accedere ai propri file e documenti privati.
  • Personalizzare il desktop, le impostazioni e i programmi.
  • Tenere al sicuro le proprie informazioni e dati personali dagli altri utenti.
  • Avere livelli di accesso diversi (ad esempio, l’amministratore ha più privilegi di un utente standard).
  1. Questo è l’utente con più privilegi. Può installare software, cambiare le impostazioni di sistema, aggiungere o rimuovere altri utenti, e modificare file che sono necessari per il funzionamento del sistema operativo.
  2. Gli amministratori hanno pieno controllo sul dispositivo e possono fare tutto ciò che è possibile fare con il sistema operativo.
  3. Esempio: Su un PC Windows, l’utente creato durante l’installazione del sistema è solitamente un amministratore. Lo stesso accade su macOS.
  1. Un utente standard ha accesso alle proprie risorse personali (file, impostazioni) e può eseguire le applicazioni installate, ma non ha il permesso di fare modifiche che coinvolgono il sistema nel suo insieme, come installare o rimuovere software o modificare impostazioni globali.
  2. Gli utenti standard sono utilizzati per garantire sicurezza e protezione, in modo che non possano accidentalmente (o intenzionalmente) cambiare qualcosa di importante nel sistema.
  1. Un utente ospite è un profilo temporaneo e limitato, pensato per dare accesso al dispositivo a una persona che lo utilizza in modo saltuario e non necessita di un account fisso.
  2. Gli ospiti hanno accesso limitato ai file e alle applicazioni, e quando si disconnettono, i loro dati non vengono salvati.
  3. Questo tipo di utente è utile quando vuoi far usare il tuo dispositivo a qualcun altro senza permettergli di accedere ai tuoi dati personali.
  • Windows e macOS permettono di creare più account utente. Quando accedi al computer, scegli il tuo account e vedi solo i tuoi file, impostazioni e applicazioni.
  • Windows: Quando crei un nuovo utente, puoi scegliere tra “Amministratore” o “Standard”. Gli amministratori possono fare tutto, mentre gli utenti standard hanno accesso limitato.
  • macOS: Funziona in modo simile a Windows, con un account “Administrator” (Amministratore) e uno o più account “Standard”.

Sui dispositivi mobili, come Android o iOS, il concetto di utenti è meno comune rispetto ai computer, ma esiste:

  • Android: Su molti dispositivi Android, puoi creare account multipli. Ad esempio, un tablet Android potrebbe avere un utente principale e account aggiuntivi per altri membri della famiglia.
  • iOS (iPhone e iPad): In genere i dispositivi Apple come iPhone e iPad sono progettati per essere usati da una sola persona, quindi non esiste una gestione multi-utente. Tuttavia, su alcuni iPad in ambienti educativi o lavorativi esiste la possibilità di creare utenti separati.

Utente Locale:

  • Un utente locale è un account che esiste solo sul dispositivo e non è collegato a un account online. Ad esempio, su un PC Windows, puoi creare un account locale che non è legato a un account Microsoft.
  • Tutti i dati di questo utente sono salvati localmente sul dispositivo.

Utente Online (o Utente Sincronizzato):

  • Un utente online è collegato a un account su internet, come un account Microsoft, Apple ID, Google o WordPress (qualsiasi altra applicazione che lo prevede). Questo permette di sincronizzare impostazioni, file e preferenze su più dispositivi. Ad esempio, un utente con un account Microsoft può avere le stesse impostazioni su più PC Windows, e può accedere a servizi come OneDrive.
  • Vantaggio: Le impostazioni e i file possono essere sincronizzati automaticamente tra più dispositivi.

Su un computer multi-utente, puoi cambiare utente senza dover spegnere il dispositivo.

  • Windows: Vai al menu Start, fai clic sull’icona del tuo utente, e scegli “Cambia utente”.
  • macOS: Puoi fare clic sul tuo nome utente in alto a destra e selezionare “Disconnetti” o “Passa ad altro utente”.
  • Android: Puoi cambiare utente dal menu delle impostazioni o dall’area notifiche, dove viene visualizzato l’icona dell’utente attivo.
  • iOS: Gli iPhone e iPad non hanno un supporto nativo per account utente multipli, ad eccezione degli iPad nelle scuole o in alcune configurazioni aziendali.

In sintesi, la gestione degli utenti su un dispositivo permette di condividere lo stesso computer o smartphone mantenendo la privacy e la personalizzazione per ciascun utente, nello specifico:

  1. Privacy: Gli utenti non possono vedere o modificare i file personali di altri utenti.
  2. Sicurezza: Gli utenti con privilegi limitati (standard) non possono installare software o modificare impostazioni critiche per il sistema.
  3. Personalizzazione: Ogni utente può avere il proprio desktop, sfondo, impostazioni di visualizzazione e preferenze senza interferire con quelle degli altri.
  4. Condivisione del dispositivo: Più persone possono usare lo stesso dispositivo, ognuna con il proprio spazio personale.

Quando usi un computer, uno smartphone o qualsiasi altro dispositivo elettronico, tutto ciò che vedi e usi è rappresentato da numeri. Ma non sono numeri qualsiasi: sono numeri in sistema binario.

Il sistema binario
Il sistema binario

Il sistema binario è un sistema di numerazione che usa solo due simboli: 0 e 1. Questo è diverso dal sistema decimale, che usiamo nella vita quotidiana e che usa dieci simboli (0-9).

I dispositivi elettronici, come i computer, funzionano grazie ai circuiti elettrici. Questi circuiti possono essere accesi (1) o spenti (0). Quindi, il sistema binario è ideale perché può essere rappresentato dai due stati elettrici: acceso e spento.

  • Bit: È l’unità base del sistema binario. Un bit può essere 0 o 1.
  • Byte: È composto da 8 bit. Ad esempio, il numero binario 11001010 è un byte.

Esempio di Numero Binario: Prendiamo il numero binario 1010:

  • In decimale (il sistema che usiamo di solito), il numero binario 1010 è uguale a 10.
  • Per capire come si converte, guarda le posizioni dei numeri binari (da sinistra a destra):
    • (1010)₂ = (1 × 2³) + (0 × 2²) + (1 × 2¹) + (0 × 2⁰) = (10)₁₀
    • cioè = (1 × 8) + (0 × 4) + (1 × 2) + (0 × 2) = (8 + 0 + 2 + 0) = (10)₁₀
esempio di conversione da binario a decimale
esempio di conversione da binario a decimale

Online è possibile trovare alcuni strumenti di conversione da binario a decimale e viceversa.

  • Tutti i dati su un computer (come immagini, testi e video) sono convertiti in sequenze di 0 e 1.
  • Ad esempio, una lettera, un numero o una foto sono tutti codificati in formato binario. Ogni carattere o immagine è rappresentato da una lunga sequenza di 0 e 1.

Il computer esegue tutte le operazioni e calcoli utilizzando il sistema binario.

Anche le operazioni più complesse, come giochi o applicazioni, sono eseguite trasformando e manipolando lunghe sequenze di 0 e 1.

Immagina di avere un semplice circuito elettronico che può essere acceso o spento:

  • 0 rappresenta lo stato spento.
  • 1 rappresenta lo stato acceso.

Un computer usa milioni di questi piccoli circuiti (transistor) per eseguire operazioni e memorizzare informazioni.

Quando scrivi un documento, scatti una foto o apri un’app, tutto viene trasformato in binario e gestito dai circuiti del computer. Questo è il motivo per cui puoi vedere e interagire con contenuti digitali: il sistema binario traduce tutto in una forma che il computer può comprendere e manipolare.

In sintesi, il sistema binario è il linguaggio fondamentale che i computer utilizzano per elaborare e memorizzare informazioni. Tutto ciò che fai sui tuoi dispositivi è, in ultima analisi, una serie di operazioni su sequenze di 0 e 1!

Quando dobbiamo misurare il peso della pasta prima di cuocerla usiamo come unità di misura i grammi o chilogrammi, analogamente quando si parla di memoria e spazio di archiviazione sui computer, smartphone o qualsiasi device, i dati vengono misurati in unità chiamate byte o kbyte.

Power Supply logo
Power Supply

Il byte è la unità base di misura per i dati nei computer.

  • Com’è fatto: Un byte è composto da 8 bit. Un bit è la più piccola unità di dati, rappresentata da 0 o 1.
  • Esempio: Un byte può rappresentare una singola lettera, come “A” o “B”.
1 Byte = 8 Bits
1 Byte = 8 Bits

Un kilobyte è un’unità di misura che equivale a 1.024 byte.

  • Com’è fatto: I computer usano 1.024 byte per formare un kilobyte. (Nota: in alcuni contesti, si può vedere “1.000 byte” per semplificare).
  • Esempio: Un documento di testo semplice potrebbe essere di circa 5 KB.

Un megabyte è un’unità di misura che equivale a 1.024 kilobyte o 1.048.576 byte.

  • Com’è fatto: 1 MB = 1.024 KB.
  • Esempio: Una canzone MP3 o una foto di buona qualità potrebbe essere di circa 5 MB.

Un gigabyte è un’unità di misura che equivale a 1.024 megabyte o 1.073.741.824 byte.

  • Com’è fatto: 1 GB = 1.024 MB.
  • Esempio: Un film in alta definizione potrebbe essere di circa 2 GB, mentre un disco rigido del computer può avere 500 GB o più.

Un terabyte è un’unità di misura che equivale a 1.024 gigabyte o 1.099.511.627.776 byte.

  • Com’è fatto: 1 TB = 1.024 GB.
  • Esempio: I dischi rigidi e gli SSD dei computer moderni spesso hanno capacità di 1 TB o più. Un terabyte può contenere migliaia di foto, centinaia di film, o milioni di documenti.
  • 1 Byte: 8 bit, rappresenta una singola lettera o carattere.
  • 1 Kilobyte (KB): Circa 1.000 byte.
  • 1 Megabyte (MB): Circa 1.000 kilobyte o 1 milione di byte.
  • 1 Gigabyte (GB): Circa 1.000 megabyte o 1 miliardo di byte.
  • 1 Terabyte (TB): Circa 1.000 gigabyte o 1 trilione di byte.
piramide Byte - Terabyte
piramide Byte – Terabyte

Queste unità di misura ti aiutano a capire quanto spazio occupano i file e quanto grande è la memoria dei tuoi dispositivi. Man mano che le unità diventano più grandi (KB, MB, GB, TB), l’spazio di archiviazione aumenta, permettendo di memorizzare più dati.

Per chi fosse curioso di seguito un grafico che rappresenta dalla più piccola unità di misura fino a una dimensione considerata molto grande.

piramide byte - yottabyte
piramide byte – yottabyte

I pixel sono le unità fondamentali delle immagini digitali, mentre i punti e le altre unità di misura aiutano a definire la dimensione e la risoluzione dei contenuti degli schermi e per la stampa.

logo Pixel
  1. Pixel: Come detto, è l’unità di base per misurare la risoluzione degli schermi. Ad esempio, un’immagine di 500×300 pixel ha 500 pixel in larghezza e 300 pixel in altezza.
  2. Pollici (inches): Utilizzati per misurare le dimensioni fisiche dello schermo. Ad esempio, uno schermo può essere descritto come “27 pollici”, il che si riferisce alla diagonale dello schermo.
  3. Centimetri (cm): Anche i centimetri possono essere usati per misurare le dimensioni fisiche dello schermo o degli elementi sullo schermo.
  4. DPI (Dots Per Inch): Questa unità misura la densità di pixel di uno schermo o di una stampante. Ad esempio, uno schermo con 300 DPI ha 300 pixel per ogni pollice. Maggiore è il DPI, più dettagliata sarà l’immagine.
  5. Punti (pt): Utilizzati principalmente in tipografia e design grafico per misurare la dimensione del testo e degli elementi grafici.

Il pixel (abbreviazione di “picture element”) è il singolo elemento di base che compone un’immagine su uno schermo digitale. Puoi immaginarlo come il più piccolo “mattoncino” di un’immagine digitale. Ogni pixel ha un colore specifico e insieme formano l’immagine completa che vedi sullo schermo.

La risoluzione dello schermo: come 1920×1080, indica il numero di pixel presenti. Più pixel ci sono, più dettagliata è l’immagine.

DPI sta per “Dots Per Inch” (punti per pollice): è un’unità di misura che indica quanti punti di inchiostro o toner sono stampati in un pollice lineare. Maggiore è il numero di DPI, maggiore è la densità di punti e quindi la qualità e la nitidezza dell’immagine stampata.

Il termine “punto” può anche avere significati diversi a seconda del contesto: in grafica e design, un punto (o “point”) è un’unità di misura che viene usata per specificare le dimensioni del testo o degli elementi grafici. In tipografia, come già accennato, serve a determinare la qualità di stampa un punto è uguale a 1/72 di pollice

In una stampa, l’immagine viene composta da una griglia di piccoli punti di inchiostro. Se una stampante ha una risoluzione di 300 DPI, significa che ci sono 300 punti di inchiostro in ogni pollice. Questo consente di ottenere immagini più dettagliate e nitide.

Esempio: Se hai un’immagine digitale che è larga 6 pollici e alta 4 pollici, a una risoluzione di 300 DPI, l’immagine avrà una dimensione finale di 1800×1200 punti (6 pollici x 300 DPI per 4 pollici x 300 DPI).

DPI e Qualità di Stampa

  • Bassa Risoluzione: Stampanti con risoluzione bassa (es. 72 DPI) producono immagini con meno dettagli e possono apparire sgranate o sfocate. Questo è comune per le stampe a bassa qualità o per le immagini visualizzate su schermi.
  • Alta Risoluzione: Stampanti con alta risoluzione (es. 300 DPI o 600 DPI) producono immagini più dettagliate e di alta qualità, ideali per fotografie e grafica professionale.

DPI vs. PPI (Doth per Inch vs Pixels per Inch)

PPI sta per “Pixels Per Inch” e si riferisce alla densità di pixel in un’immagine digitale. Anche se spesso usati in modo intercambiabile, DPI e PPI sono tecnicamente distinti. PPI riguarda la risoluzione dell’immagine sullo schermo, mentre DPI riguarda la qualità della stampa.

Esempio: Un’immagine con 300 PPI avrà 300 pixel per ogni pollice dell’immagine digitale. Se stampata su una stampante a 300 DPI, i dettagli saranno mantenuti come previsto.

Riepilogo

  • DPI misura quanti punti di inchiostro o toner ci sono in un pollice di stampa.
  • PPI misura quanti pixel ci sono in un pollice di un’immagine digitale.
  • Maggiore DPI significa maggiore qualità e dettaglio nella stampa.

La gestione dei colori in informatica è un argomento affascinante e fondamentale per molte applicazioni digitali.

Ogni modello e codifica ha il proprio scopo specifico, e la scelta dipende dal tipo di applicazione e dal mezzo attraverso il quale i colori vengono visualizzati o stampati.

modello colori RGB

In informatica, la gestione dei colori è essenziale per la creazione di contenuti visivi, che spaziano dai siti web alle applicazioni grafiche e alla stampa. I colori, che percepiamo ogni giorno attraverso i nostri schermi e documenti, sono rappresentati e gestiti attraverso diversi modelli e codifiche.

Tra i più diffusi c’è il modello RGB, che utilizza la combinazione di rosso, verde e blu per generare una vasta gamma di colori luminosi sullo schermo. Per facilitare l’uso di questi colori in contesti pratici, come il design web, si ricorre spesso alla codifica esadecimale, che semplifica la rappresentazione dei colori attraverso codici compatti.

D’altra parte, per la stampa su carta, si utilizza il modello CMYK, che si basa su inchiostri ciano, magenta, giallo e nero per produrre i colori attraverso un processo sottrattivo.

Esistono anche modelli come HSL e HSV che offrono modi alternativi e intuitivi di manipolare i colori, facilitando il lavoro di artisti e designer. Comprendere questi modelli e codifiche è fondamentale per chiunque lavori con i colori in ambito digitale, poiché ciascuno di essi risponde a esigenze specifiche legate alla visualizzazione e alla produzione dei colori.

Il modello RGB è uno dei più comuni nella gestione dei colori in informatica. Esso si basa sulla combinazione di tre colori primari: Rosso (Red), Verde (Green) e Blu (Blue). Ecco come funziona:

  • Combinazione dei colori: I colori vengono creati mescolando diverse intensità di rosso, verde e blu. Ad esempio, combinando il rosso e il verde otteniamo il giallo, mentre combinando tutti e tre i colori al massimo della loro intensità otteniamo il bianco.
  • Intensità: Ogni componente (rosso, verde e blu) viene rappresentata solitamente con valori che vanno da 0 a 255, dove 0 significa nessuna intensità e 255 significa l’intensità massima.
  • Applicazione: Questo modello è utilizzato in molti dispositivi digitali, come schermi di computer e televisioni, poiché i monitor emettono luce e quindi possono combinare i colori in questo modo.

Il codice esadecimale è una rappresentazione pratica dei colori nel modello RGB ed è molto utilizzato in design web e sviluppo di interfacce. Ecco come funziona:

  • Formato: Un colore viene rappresentato come una stringa di sei caratteri preceduta dal simbolo #. Ogni coppia di caratteri esadecimali rappresenta uno dei componenti RGB.
    • Esempio: #FF5733 rappresenta un colore dove FF è il rosso, 57 è il verde e 33 è il blu.
  • Conversione: Ogni coppia di caratteri esadecimali è convertita in un valore decimale che va da 0 a 255. FF in esadecimale corrisponde a 255 in decimale.

Il modello CMYK è utilizzato principalmente nella stampa. Funziona in modo diverso rispetto all’RGB:

  • Sottrazione dei colori: A differenza dell’RGB che è basato sulla luce e quindi è un modello additivo, il CMYK è sottrattivo. In pratica, i colori vengono creati sottraendo la luce dalle superfici bianche. Quando si mescolano i colori, si assorbe più luce, creando tonalità più scure.
  • Componenti: Il modello utilizza il Ciano (Cyan), Magenta, Giallo (Yellow) e Nero (Key). La combinazione di questi colori produce una vasta gamma di colori nella stampa.

HSL (Hue, Saturation, Lightness) e HSV (Hue, Saturation, Value) sono due spazi di colore alternativi:

  • HSL:
    • Hue (Tonalità): Rappresenta il colore di base (0-360 gradi, dove 0 è rosso, 120 è verde, e 240 è blu).
    • Saturation (Saturazione): Intensità del colore (0-100%).
    • Lightness (Luminosità): Quanto il colore è chiaro o scuro (0-100%).
  • HSV:
    • Hue (Tonalità): Come sopra.
    • Saturation (Saturazione): Come sopra.
    • Value (Valore): Luminosità del colore ma con un range di 0-100%.
  • RGB è ideale per i display digitali perché il monitor utilizza luce per produrre i colori.
  • Esadecimale è una forma compatta e leggibile per rappresentare colori nel web design e nelle applicazioni grafiche.
  • CMYK è essenziale per la stampa perché i processi di stampa sono basati su inchiostri sottrattivi.
  • HSL e HSV sono spesso utilizzati per la selezione e la manipolazione dei colori in applicazioni grafiche perché offrono un modo più intuitivo di regolare i colori rispetto al modello RGB.